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[...] Prima un rosa intenso, variato in tutta la sua gamma, dall’ incarnato al viola, passando per il porpora, poi il giallo, il verde e il celeste, che vanno ad insinuarsi tra la superficie usurata e il disegno. Ma il nero, energia ad un tempo terragna e visionaria, permane. Permane con le sue linee sensuali, meno taglienti e più allusive, permane nel fondo, silenzioso e compatto, ma anche tra i cristalli del colore. Pare quasi velarlo, limitandone la virulenza, ma, a ben vedersi, sono i gialli, i rossi e violetti a sovrapporsi al suo tessuto, come per nasconderne le trame più segrete. Il cromatismo mancato, velato, alluso del nero, così come lo struggente richiamo al passato, però, affiora, forse poco, forse a tratti, ma affiora, dando consistenza all’epifania corporea che sfiora ogni opera, appalesandosi per un istante prima di dissolversi nel colore. |
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Chiara Serri |