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Quella di Massanova, pittura
di abissi. Quella di Massanova, pittura non di superficie, ma di pieghe profonde e graffi oscuri, su paste scrostate come intonaco di muri alle intemperie. Quella di Massanova, pittura come panneggio dellanima, reticolo di rughe incise nella carne della tela a brano a brano. Quella di Massanova, pittura come distillato diluito in rosolio, succo dolio e spremitura di giallo, di verdi muffe acquamarine e spuma di bianco. Quella di Massanova, pittura di segni che ribadiscono e scavano faglie di pensieri erosi, cavernosi e subacquei. Quella di Massanova, pittura di colori che si appastano alle trame di tela e il colore č fosforescenza, riverbero, aura ed effusione. Quella di Massanova, pittura di forme che emergono appena, dal nero che tutto irrora e circonfonde. Quella di Massanova, pittura di misteri improvvisi e ratti, di organismi ciechi e muti, immersi in un silenzio concentrato, lontano da clamori donde e di correnti. Quella di Massanova, pittura dalghe di segni, privi di clorofilla, ma vitali. Quella di Massanova, pittura di plancton e meduse, fantasmatiche presenze, in apparenza immobili, ma guizzanti. Quella di Massanova, pittura di luce, interna brillanza di scaglie dacqua, luminescenza di carne ed ossa. Quella di Massanova, pittura di fluidi gelidi di neon o incandescenti di lava sotterranea. Quella di Massanova, pittura anaerobica e metanogena, fotofora e microscopica, che rimedita Klee, Hartung e Burri, ad alta voce, nel pių completo silenzio, nel buio pių profondo, dove la vita, apparentemente muta, brulica, ribolle e sguazza. Quella di Massanova, pittura di abissi. |
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Enzo Lauria |