[...] Tracce nervose e razzenti, che a partire da un grumo si slanciano, oppure avvolgono e costringono porzioni del dipinto consentendo che allinterno dei suoi spazi così campiti possano fiorire, quasi per spontanea gemmazione, muffe colorate, fantasmi di incrostazioni e screpolature cromatiche. Altre volte segmenti, più neri e pastosi, si contraggono o si dilatano, prima di vedersi attratti e assorbiti in un magma inquietante, in un abisso nero di segni, a causa di una forza che sgretola la pelle della tela e ne fa virare le tonalità del colore dal nero, al violaceo, al grigio-ceruleo, al verde acido, al giallo, al rosa. Sempre, comunque, laggregarsi e disaggregarsi delle linee pazientemente costruisce e lascia allusivamente intravedere, bel al di là dei titoli, ambigui profili anatomici, paesaggi impudenti del corpo, la cui esposizione è evidenziata ed esaltata da sapienti velature, che stimolano anzichè scoraggiare lindugio dellocchio, al punto da generare non pochi intimi turbamenti. |
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Vincenzo Guarracino |