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Aymone '89

       
   

 

     
             

Intrepide e bianche pollastre, o donne-mosca, oppure uccellesse, o questo ed altro le creature che si fiondano come piumini del tirassegno lungo un esile filo rosso, impegnate in urgenti prodezze acrobatiche; o che volteggiano con la grazia di stracci animati, ed animosi, nello spazio di un ipotetico circo-voliera.

Sono esse, probabilmente la metamorfosi dei gomitoli che affollano le tele iniziali di Massanova; o diremmo anzi meglio che sono le silfidi – o cos’altro – gestate in quei bozzoli, che qui ci troviamo ad osservare, inopinate, nei loro vaghi e rapinosi funambolismi.

A queste creature č dedicata la sezione liminare, con un trittico di grandi formati, proposto a documento di un’esperienza assai felice degli esordi; lė sulle soglie per l’appunto, a richiamare il prototipo fascinoso che immane ancora, largamente trasfigurato nell’attuale ricerca di Massanova.

Insomma una chiave, un indizio, suggeriti a chi voglia servirsene, intesi ad orientare una lettura della sezione successiva. Superato con vigore il rigoroso “immaginario geometrico” dei primissimi anni Ottanta, indagato compiutamente in una pagina di Aldo Trione ("tensione ossessiva verso una perfezione fredda, impersonale..."); licenziata la metafisica di una severa microfisica, puntualmente rivolta allo scandaglio di minime sezioni dell’immagine, Massanova si concilia con una fisica pių diretta ed affabile, e pių macroscopica insieme per adeguato compenso.

 
         

Renato Aymone