[ ] Massanova persevera in quella intrapresa linea di un'astrazione che ha scardinato ogni possibilità referenziale per darsi invece, attraverso segnali, tracce accennate, entro il corpo stesso della pittura, un nero assoluto squarciato qua e là da levitanti forme di vita, allusive di una presenza organica posta quale limite di una sensibilità emotiva e percettiva che dialoga con l'esterno, ma in riduzione ed in assenza. È evidente infatti che nel tutto dato in superficie, nel rigore di queste compatte campiture cromatiche l'artista proprio a queste scarne emergenze segniche lo scarto di una profondità, di una modulazione luminosa che é di una luce interiore, sottratta alle ragioni di un registro mentale. Con la capacità di sfruttare la materia cromatica, di utilizzare lo stesso fondo dei supporti, come la porosa carta d'Amalfi, il racconto di Massanova si svolge tutto lì, nel campo di una superficie che da "spazio fisico nota Bruno Bandini nel testo al catalogo si fa mentale", luogo di una narrazione lirica, di immaginarie percezioni ricercate al limite di quella soglia posta tra costruzione ed emozione, rigore e rumore. |
||||||
Ada Patrizia Fiorillo |